Firenze, 6 Marzo 2025 - Legambiente Toscana sospende il giudizio sullo stato delle rinnovabili in Toscana, in attesa dell’attuazione del Decreto Aree Idonee. In questo contesto, la legge regionale permetterà di centrare entro il 2030 l’obiettivo di +4,25 gigawatt di energia verde è destinata ad approdare in aula entro il mese di marzo. E questo è solo uno dei temi cruciali per valutare lo stato delle rinnovabili in Toscana, tra alcuni punti positivi, come l’inizio dei lavori per l’eolico al Giogo di Villore e i ritardi dovuti ai troppi blocchi burocratici e infiniti iter amministrativi.

I dati parlano chiaro, la Toscana, ad oggi, mostra un andamento inferiore rispetto agli obiettivi fissati al 2024 dal Decreto Aree Idonee, con un deficit di 80 MW di potenza. Nel 2024 si è raggiunta solo l’installazione di 587 MW rispetto all’obiettivo di 667 MW: si tratta del 13,8 % di quanto stabilito al 2030. Numeri che mettono in evidenza la lunga strada che ancora deve percorrere la Regione, che nei prossimi 6 anni dovrà realizzare almeno 3.663 MW, pari a 610,5 MW l’anno, contro i 146,8 MW annui realizzati in questi ultimi 4 anni. Infatti, stando alla media delle installazioni realizzate tra il 2021 e il 2024 la Toscana rischia di raggiungere l’obiettivo con 19 anni di ritardo, molti di più rispetto alla media nazionale di 8,1 anni.

A scattare questa fotografia è Legambiente, che oggi presenta alla fiera KEY di Rimini il nuovo report Scacco matto alle rinnovabili 2025 - in cui è contenuto lOsservatorio Aree Idonee e Regioni (consultabile su www.legambiente.it con una mappa interattiva) - con un’analisi puntuale sui ritardi dell’Italia, sui blocchi alle rinnovabili e sulla questione aree idonee. Obiettivo inviare un chiaro appello al Governo Meloni e alle Regioni ribadendo che i ritardi che sta accumulando l’Italia sul fronte rinnovabili sono inaccettabili, se si considera l’accelerazione della crisi climatica nella Penisola (2.098 eventi meteo estremi dal 2015 a oggi, di cui 753 allagamenti e 522 danni da raffiche di vento e trombe d'aria, 1137 i comuni colpiti) e le mancate occasioni di sviluppo, anche in termini occupazionali, per i territori.

Nel report sono state mappate ben 92 storie di blocchi alle rinnovabili mappate e censite dal 2022 ad oggi nella Penisola, di cui tre nella nostra regione: a Capalbio e Badia Tedalda, tra il grossetano e l’aretino, la Giunta Regionale sembra aver cambiato la propria opinione da positiva a negativa sul progetto dopo il clamore generato da partiti e comitati. Tra i blocchi registrati anche quelli relativi al progetto del parco fotovoltaico di 5 MW rigettato dal Comune di Casole D’Elsa nel 2024.

Tra le buone pratiche si segnala invece nel Mugello, l’inizio dei lavori per l’eolico al Giogo di Villore, in provincia di Firenze, sbloccati nel settembre 2022 grazie alla Presidenza del Consiglio dei ministri presieduta da Draghi. La potenza installabile è prevista in 29,6 MW, pari a una produzione di 80 GWh/anno, capaci di soddisfare il fabbisogno di energia elettrica ad uso civile di circa 100.000 persone.

Per quanto riguarda la proposta di legge regionale sulle aree idonee in discussione nel nostro consiglio, attualmente la Toscana arriva al 70% di divieto e molti Comuni continuano le loro opposizioni seguendo la strada dettata dalle sindromi NIMTO e NIMBY. Un dato in contrapposizione con i principi enunciati dalla stessa normativa proposta che pone la lotta all’emergenza climatica e la decarbonizzazione come due elementi importanti. Inoltre, la proposta normativa latita su temi fondamentali come l’eolico offshore e onshore e non prevede aree di accelerazione per l’eolico, allungando così le procedure autorizzative e i tempi di realizzazione. Gli elementi di criticità sono presenti anche quando si parla di agrivoltaico, affidando ai soli agricoltori la possibilità di presentare progetti considerando che le piccole realtà, escluse le grandi aziende, non hanno capacità di investimenti per progetti di questa portata, con la conseguenza di rendere inaccessibili progetti di questo tipo.

Tra i punti positivi del decreto aree idonee invece si sottolinea come le amministrazioni comunali possano stabilire regolamenti specifici che disciplinano l’installazione di impianti di energia rinnovabile per superare la non idoneità delle aree sottoposte a tutela. Inoltre, le Amministrazioni Comunali possono anche definire nuove aree idonee, in deroga alla normativa regionale, e anche la possibilità di stipulare accordi con uno o più Comuni della stessa Provincia o Città Metropolitana, al fine del trasferimento statistico di determinate quantità di superfici di aree idonee. Legambiente Toscana comunque rimanda il giudizio finale sulla legge in esame quando sarà consultabile il testo definitivamente approvato.

In conclusione, servono interventi strutturali che Legambiente riassume in 10 proposte a partire da tre caposaldi: lo snellimento degli iter autorizzativi per velocizzare la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili, a partire dalle attività di repowering degli impianti eolici già esistenti; il rafforzamento del personale tecnico negli uffici regionali e comunali preposti alla valutazione e autorizzazione dei progetti e il completamento dell’organico della Commissione PNRR/PNIEC del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica; la revisione del Decreto Aree Idonee, della Legge 199/2021 - dando indicazioni univoche e meno ideologiche alle Regioni - e del Decreto Agricoltura, fornendo una maggiore distinzione tra fotovoltaico e agrivoltaico e prevedendo ad esempio la possibilità di realizzare il fotovoltaico a terra all’interno dei siti di interesse nazionale e regionale da bonificare (SIN e SIR). Senza dimenticare che nel Paese è necessario avviare una “rivoluzione culturale” invitando a guardare questi impianti come occasione di investimento e sviluppo occupazionale per i territori.