Firenze, 26 febbraio 2025 - È stato avviato l’iter per la proposta di legge di iniziativa popolare da presentare alla Regione Toscana relativo a “legname caduto e alberi in eccesso sui corsi d’acqua e sulle spiagge, autorizzare la raccolta e il taglio gratuiti a cittadini e imprese”. Una proposta su cui Legambiente Toscana esprime netta contrarietà per molteplici motivi, in primis per l’importante funzione del legname e degli arbusti spiaggiati per il contrasto all’erosione costiera. Limitatamente al periodo invernale e nelle zone balneari attrezzate, Legambiente Toscana ha invitato più volte le amministrazioni competenti a non rimuovere dagli arenili il materiale spiaggiato rappresentato da legname, arbusti ed eventualmente posidonia, per la loro importante funzione di contrasto all’erosione delle coste sabbiose (vedi Circolare MATTM), specialmente durante il periodo in cui sono più frequenti le mareggiate. “Abbiamo invece sollecitato con forza la costante rimozione della parte rappresentata da plastiche, masserizie e altri rifiuti, in quanto soggetti ad essere rimessi in circolo dalle mareggiate” ha sottolineato Riccardo Cecchini, presidente del circolo Legambiente Versilia. “La netta contrarietà alla proposta di autorizzare la libera raccolta del materiale legnoso sulle spiagge viene pertanto espressa per diversi motivi: è in contrasto con le funzioni di antierosione costiera; incentiva l’utilizzo di legname per combustione diretta, fonte di particolato atmosferico che semmai andrebbe disincentivata, anche per l’aggravante rappresentata dall’origine di tale materiale la cui permanenza in mare lo arricchisce di cloruro di sodio notoriamente fonte di diossine durante la combustione. Si rischia di trascurare invece la parte di rifiuti presenti costituita da materiale inquinante che invece dovrebbe essere assolutamente rimossa.”
Legambiente Toscana ritiene diseducativa e rischiosa, la proposta di affidare la raccolta di legname caduto e il taglio di alberi e arbusti lungo i corsi d’acqua direttamente a soggetti privati che, per mero interesse, sarebbero incentivati a prelevare una componente biologica di fondamentale importanza per gli ambienti fluviali, come la vegetazione riparia e il legname caduto. Si tratta di una pratica diseducativa in quanto potrebbe diffondere una gestione dei corsi d’acqua in netto contrasto con i più avanzati indirizzi in tema della conservazione della biodiversità in ambito fluviale, invece di trasmettere l’importanza del ripristino della natura e del suo enorme valore anche per la tutela del rischio idraulico. Rischiosa perché potrebbe liberalizzare di fatto, con la formula silenzio/assenso, la distruzione di formazioni che si trovano sulle rive dei fiumi con pratiche burocratiche difficilmente controllabili.
“Sulla vegetazione riparia che fa parte a tutti gli effetti di un ecosistema fluviale è bene che, quando necessario, intervengano gli organi competenti, scientificamente preparati e tecnicamente formati,” conclude Federico Gasperini, direttore di Legambiente Toscana. “In ambienti così delicati non si può lasciare spazio ad azioni improvvisate o a derive che portano alla distruzione di un territorio che è bene comune”.
Legambiente Toscana ritiene indispensabile che l’iter di tale proposta venga immediatamente bloccato per le motivazioni sopra descritte. È necessario che le attività rimangano a carico alle Pubbliche Amministrazioni, per le specifiche competenze in materia di rischio idraulico e per gli aspetti sanitari relativi all’eventuale smaltimento del materiale spiaggiato.
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