7 giugno 2023- Mentre la crisi climatica continua a mostrarsi con eventi climatici estremi, la decarbonizzazione e il conseguente passaggio verso le rinnovabili è ancora lontano nel nostro paese. In Italia, sono stati installati solo il 3,4 GW di energie rinnovabili durante lo scorso anno, con una copertura nazionale del 31%, rimasta ai livelli del 2012. Se la media di installazioni rimanesse invariata, solo nel 2030 si potrebbe raggiungere il 25% degli obiettivi climatici in tema di sviluppo delle fonti rinnovabili.

Burocrazia e lentezza degli iter amministrativi danno scacco matto alle rinnovabili secondo quanto denunciato da Legambiente, che oggi diffonde i dati relativi all’ultimo rapporto Comuni Rinnovabili, sullo stato dell’arte della decarbonizzazione e il passaggio alle fonti rinnovabili. 

La Toscana fa meglio di altre regioni italiane. Nel 2021 (grazie al contributo del 33% dovuto alla geotermia) la produzione da rinnovabili è stata di 8.532 GWh, pari al 51 % del totale dell’energia elettrica prodotta sul territorio regionale. Sono 272 i comuni in cui è presente almeno un impianto fotovoltaico su edifici residenziali o aziendali, sui tetti di enti pubblici o privati, sospesi o a terra. Sono invece 60 i comuni in cui è presente almeno un impianto di eolico, tra grande e minieolico, 69 i comuni in cui è presente il mini-idroelettrico. Infine, sono 93 i comuni in cui è presente almeno un impianto da bioenergie, che sia da biomasse solide, liquide o gassose per la produzione non solo di energia elettrica ma anche termica. Inoltre, i comuni che possiamo definire 100% rinnovabili elettrici che nel 2022 sono 113 pari al 41,5 % del totale dei comuni presenti nella regione.

“Con l’emanazione della Direttiva Europea RED II dobbiamo cambiare marcia e anche atteggiamento – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e responsabile nazionale paesaggio per il cigno verde – perché la co-pianificazione tra Ministeri (MiC e MASE) e tra Governo e Regioni dovrebbe nel prossimo lustro produrre Linee Guida condivise per l’individuazione delle Aree Idonee allo sviluppo armonico delle rinnovabili sui territori. Non si tratta di aggredire il paesaggio, semmai di ripararlo, di ricucirlo, di farlo co-evolvere in modo armonico con l’esigenza sacrosanta di decarbonizzare la nostra economia. E questo non potrà avvenire domani. Dovrà accadere adesso. Subito”.

In tutta Italia, ci sono decine di progetti e cantieri bloccati per le rinnovabili, mentre si accelera sul gas, come nel caso del rigassificatore di Piombino,  su nuovi e veloci accordi internazionali per le importazioni di gas e sulla ripresa di progetti abbandonati come il gasdotto Eastmed e il rigassificatore di Gioia Tauro. E anche nella nostra regione sono tanti i progetti in attesa di autorizzazione.

L’Italia è in controtendenza rispetto all’Europa dove le rinnovabili crescono sempre più rapidamente. Il nostro paese rimane sotto la media del vecchio continente, con un tasso di crescita che la colloca solo 22esima, seguita da Bulgaria, Lituania, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia. I tempi medi per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico, ad esempio, sono di 5 anni contro i 6 mesi previsti dalla normativa.

Favorire il passaggio alle rinnovabili è cruciale per ridurre le emissioni climalteranti globali del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019, come richiesto dal Rapporto IPCC per mantenere l’obiettivo di 1.5°C. Da qui le 8 richieste di Legambiente tra cui un nuova normativa adeguata, rafforzare la capacità organizzativa degli uffici che analizzano i progetti e politiche che rafforzino il protagonismo e le proposte dei territori.