Da un anno e mezzo, dal 7 ottobre 2023 con l’attacco terrorista di Hamas contro migliaia di civili israeliani inermi, c'è stata una escalation di violenza e morte che fa impallidire persino gli 80 anni di guerre tra Israele e i suoi “vicini” arabi. È una successione di crimini contro l’umanità davanti ai quali l’Occidente e l’Europa, ai quali va il merito principale della costruzione di un diritto internazionale dei diritti umani, sono rimasti sostanzialmente inermi. È una condizione resa ancora più cupa dai rigurgiti di antisemitismo e di islamofobia che assillano le società occidentali.
Come già nei mesi scorsi, oggi e domani con impegno ancora maggiore, Legambiente intende unirsi a tutte le forze che in Italia, in Europa, nel mondo stanno levando la loro voce e mobilitazione per fermare la distruzione sistematica di Gaza e dei suoi abitanti condotta da Israele, le aggressioni messe in atto in queste settimane contro i palestinesi della Cisgiordania, già duramente colpita dall'occupazione dei coloni israeliani in aumento nonostante le numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, che indicano da parte di Israele una oggettiva volontà di “pulizia etnica”, per condannare come abominevoli sul fronte opposto le immagini dello “spettacolo” terrificante allestito da Hamas sulle bare di due bambini israeliani presi come ostaggi il 7 ottobre e restituiti cadaveri.
Oggi un futuro di pace in Israele e Palestina sembra impossibile. Per rovesciare questa percezione serve che tutte le persone, le associazioni, le forze politiche e sociali – particolarmente nella nostra Europa che condivide lo stesso mare, il Mediterraneo, con Israele e Gaza – si sentano anch’esse coinvolte in prima persona da questa guerra e agiscano subito per fermare lo sterminio dei palestinesi, contrastando ogni ipotesi di deportazione, e per affermare l’idea della convivenza pacifica e democratica tra israeliani e palestinesi sulla stessa terra.
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