Legambiente Toscana

Dopo l’approvazione del pacchetto europeo sull’economia circolare nei primi mesi del 2018, il 2019 dovrà caratterizzarsi per la definitiva messa in opera di misure e provvedimenti che rendano finalmente chiare le procedure per la prevenzione rifiuti, il riuso e il riciclo, a partire dall’end of waste. Dobbiamo avere ben chiaro cosa è un rifiuto e cosa invece una materia prima seconda e dobbiamo vigilare affinché la premialità sancita dall’obbligo dei Criteri Ambientali Minimi nelle gare d’appalto sia davvero rispettata dagli Enti Pubblici, per costruire il mercato dei prodotti riciclati.

Per promuovere in modo pieno e convincente le filiere industriali dell’economia circolare occorrono, inoltre, solidi incentivi fiscali (ad esempio abbassando l’IVA) che valorizzino il plus di innovazione, di design e di lavoro ad alto contenuto di conoscenza che queste produzioni rappresentano. Un modo netto e coerente d’indirizzare e orientare il mercato.

 

Infine, dopo anni in cui la Cina ha soprasseduto sul controllo della qualità dei rifiuti soggetti a riciclo che le inviavamo dall’Europa, siamo al redde rationem. La “via della seta” si è interrotta, prevedibilmente, per un sopravvenuto rigore, che ci obbliga anche a ripensare interamente quantità e qualità dei nostri impianti. L’economia circolare si realizza infatti solo con un severo e trasparente vaglio di ogni nodo della filiera, e l’impiantistica del riciclo, entro questo scenario strategico, è fondamentale e ineludibile, a partire da quella che tratta le frazioni organiche, in cui il sistema Italia è oggettivamente più arretrato.

 

 

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